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Concorso scuola 2020: il punto dopo l’ultimo decreto

PUBBLICATO IL: 13/04/2020   DA: Musa Formazione

Il 6 aprile si è tenuto il Consiglio dei Ministri che, oltre ad aver approvato un ingente piano per la liquidità delle imprese, ha concentrato la sua attenzione verso un importante decreto scuola. Questo è stato successivamente illustrato da Lucia Azzolina, attuale Ministro dell’istruzione, che ha fornito maggiori informazioni riguardo i bandi 2020.

Nonostante non siano mancate le polemiche per alcune delle decisioni prese (soprattutto per quanto riguarda la proroga sulla formazione delle graduatorie), la Azzolina ha comunque ribadito che le nuove assunzioni 2020 e i concorsi scuola andranno avanti.

In questo contesto è utile fare un passo indietro e chiarire le procedure e i termini più corretti da utilizzare.

Cosa succede durante l’emergenza sanitaria

I concorsi in questione erano già previsti e le precedenti normative, avevano già programmato le nuove assunzioni di personale sia tramite procedure ordinarie (con il concorso ordinario per laureati con 24 CFU) sia tramite procedure straordinarie nate appositamente per stabilizzare i docenti precari. In altri termini, queste assunzioni sono già coperte sia dal punto di vista legislativo che finanziario.

Inoltre, anche la legge stabilisce che i concorsi devono necessariamente essere banditi. Durante i mesi scorsi infatti, il Parlamento ha approvato il cd. Decreto Milleproroghe (D.L. 162/2019) che prevede un termine entro cui i bandi devono essere pubblicati. Questo termine è relativo al 30 aprile 2020.

Cosa è previsto dal decreto

L’attuale decreto legge sulla scuola prevede che i concorsi dovranno essere banditi facendo salvo il parere del CSPI, ovvero del Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione. Nonostante questo parere non sia stato ancora espresso, è previsto che – a decorrere dal giorno successivo all’entrata in vigore dello stesso e fino al perdurare della vigenza dello stato di emergenza deliberato dal Consiglio dei ministri del 31 gennaio 2020 – il CSPI deve esprimersi entro sette giorni dalla richiesta da parte del Ministro dell’Istruzione. Dopo questa scadenza, si può prescindere dal parere.

Dunque, dopo l’entrata in vigore del Decreto Scuola (che, ricordiamo, deve essere pubblicato in Gazzetta ufficiale) il CSPI ha un’ultima chance per rendere il parere necessario ai concorsi.

In caso di mancanza del parere del CSPI

Nel caso di questa situazione ci sono due soluzioni possibili.

  • Se il parere viene reso entro sette giorni, il Ministero dell’Istruzione può bandire i concorsi. In questo caso, dal momento che il parere del Consiglio è obbligatorio da richiedere ma non vincolante, il Ministero può decidere di uniformarsi al parere reso – ad esempio apportando le modifiche che vengono intimate dal CSPI – oppure di bandire i concorsi nella versione originaria.
  • Invece, se il parere non viene reso entro sette giorni, il Ministero può procedere senz’altro a bandire i nuovi concorsi scuola.

Difatti, anche se il Ministero dell’Istruzione comunque conserva la sua autonomia nella pubblicazione dei bandi, la richiesta di parere è comunque una formalità prevista dalla legge che deve essere rispettata.

I passi successivi

Ricapitolando ecco cosa accadrà:

  • i bandi sono attesi entro il 30 aprile;
  • sarà possibile fare domanda per partecipare;
  • le prove si terranno dopo il 15 maggio.

Tuttavia, come già evidenziato nei precedenti articoli, la pubblicazione dei bandi di concorso entro aprile non implica che le prove debbano necessariamente svolgersi a breve ma, considerata l’emergenza sanitaria, è probabile un loro slittamento.

Ciò nonostante, rimane fondamentale l’avvio formale della procedura attraverso la pubblicazione dei bandi di concorso e l’ottimizzazione della preparazione degli aspiranti docenti durante questo tempo intermedio.

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