Una delle caratteristiche tipiche del sistema Linux riguarda l’utilizzo del “Terminal”, ovvero il terminale tramite il quale si inviano comandi al sistema a partire dalla riga di comando, senza passare dall’interfaccia grafica. Per sfruttare al meglio il terminale di Linux, è necessario imparare i comandi che sono quasi centinaia.
Chi conosce bene tutti i comandi del Linux Terminal può fare veramente di tutto, a volte anche cose che tramite l’interfaccia grafica risultano più difficili e contorte.
Pertanto, abbiamo deciso di pubblicare une breve lista di comandi base dedicati a coloro i quali si affacciano per la prima volta a questo terminale, per iniziare ad assaggiare le potenzialità della riga di comando.
Comando “cd”
Questo sta per “change directory“, serve per cambiare e spostarsi da una cartella all’altra del file system e utilizzarlo è facilissimo: basta digitare “cd + nome cartella” e premere invio.
Di solito lo si usa in maniera sequenziale: si entra in una cartella e subito dopo in un’altra, contenuta nella prima. Tuttavia, è possibile – se si conosce il percorso esatto della cartella dove ci si vuole posizionare – digitarlo dopo il comando cd. Ad esempio, lanciando il comando “cd /usr/local/bin” si finirà direttamente nella cartella desiderata, a prescindere da quale sia quella dalla quale partiamo.
Comando “curl”
Questo comando serve per avere informazioni su una pagina web e per raggiungere file ospitati in rete.
Se volessimo recuperare un file da GitHub (il servizio di hosting più usato per pubblicare le applicazioni Linux) basterebbe semplicemente il suo indirizzo esatto per poi digitare “curl https://raw.githubusercontent.com/XXX/YYY/ZZZ” per raggiungere quel file.
Attenzione: se non si aggiunge altro al comando curl, si ottengono solo informazioni sul file in questione, mentre per salvarlo sul nostro computer bisogna aggiungere alla fine del comando l’opzione “-o“.
Comando “df”
Risulta utilissimo per avere informazioni sul file system usato sul computer. Mediante questo comando possiamo sapere le dimensioni, lo spazio usato e quello libero della partizione espressi in byte.
Se aggiungiamo l’opzione “-h“, che sta per “human readable” cioè “leggibile dagli umani“, allora queste informazioni verranno mostrate in MB o GB.
Comando “find”
È fondamentale quando non si trova un file. Difatti, se non ricordiamo il nome il comando lo troverà mostrandoci in quale cartella è contenuto.
È possibile usarlo anche per cercare file che contengono nel nome alcune lettere da noi specificate. Ad esempio, se lanciamo “find -name *ones*” ci verranno mostrati tutti i file il cui nome contiene “ones“: da “onesto.txt” a “rolling stones.mp3“.
Invece, se aggiungiamo l’opzione “-type f“ limiteremo la ricerca ai soli file e non ci verranno mostrate le cartelle contenenti “ones” (ad esempio: /ramones).
Comando “kill”
Kill è un comando che “ammazza” i processi che si sono bloccati. O meglio: termina i processi che gli chiediamo di chiudere, solitamente quando si sono bloccati o stanno creando dei problemi al PC.
Per indicare a kill quale processo fare fuori dobbiamo prima trovarne il “process ID” (PID), cioè il numero che identifica quel processo. Per farlo dovremo lanciare, prima di kill, il comando “ps -e | grep nomeprocesso” e ricevere il numero PID. Facciamo finta che il PID sia 1234, per terminare il processo 1234 dovremo lanciare il comando “kill 1234”
Comando “mkdir”
Serve a creare una directory, quindi una nuova cartella in cui potremo inserire dei file.
Si usa più o meno come il precedente “cd“, quindi possiamo sia inviare il comando “mkdir fatture“ e poi spostarci dentro la nuova cartella (con “cd fatture“) e creare la cartella 2019 (con “mkdir 2019“) oppure lanciare direttamente il comando “mkdir fatture/2019“.
Comando “mv”
Il comando sta per “move” e aiuta a spostare i file tra una cartella e l’altra, ma permette anche di rinominarli.
Questo comando va usato indicando il percorso di origine del file che vogliamo spostare e quello dove lo vogliamo spostare. Ad esempio: “mv /musica/ukulele/traccia1.mp3 /musica/chitarra/traccia1.mp3“.
Possiamo anche rinominare il file mentre lo spostiamo: “mv /musica/ukulele/traccia1.mp3 /musica/chitarra/nuova-traccia1.mp3“.
Comando “shutdown”
Spegne o riavvia il sistema operativo. Se lo usiamo senza opzioni questo comando procede a spegnere il PC in un minuto, mentre se aggiungiamo l’opzione “now” lo spegne subito. È anche possibile inserire un orario preciso, per programmare lo spegnimento differito della macchina.
Comando “ssh”
Questo comando funziona per connettersi a un computer remoto e fare il log-in con il proprio account.
Per stabilire la connessione bisogna conoscere l’indirizzo IP del secondo PC e specificare il nome dell’account al quale vogliamo fare accesso. Ad esempio: “ssh mario@192.168.4.23“.
Se avremo digitato l’indirizzo giusto ci verrà chiesta la password per accedere su quel computer con quell’account.
Comando “sudo”
Quest’ultimo comando è diverso rispetto agli altri in quanto ha la funzione di eseguirne altri, in primis quelli che necessitano i permessi di root (o superuser). Ad esempio, il comando “passwd“, che serve per cambiare la password di un account, non può essere utilizzato se non è preceduto da sudo. “Sudo passwd “ci permetterà pertanto di cambiare la password dell’account di una persona, anche se non si è quella persona.
In questo articolo abbiamo quindi analizzato quelle che sono le funzionalità basilari del Terminal di Linux. Per altri contenuti di informatica e cyber security visita il blog Musa Formazione all’indirizzo https://www.musaformazione.it/ e scopri il corso di Ethical Hacker & Security Manager per apprendere le competenze specifiche di difesa dei sistemi informatici.
Al prossimo articolo!
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