La storia dell’e-learning nella scuola italiana è iniziata concretamente nel 2015, quando è stato istituito il PNSD (Piano Nazionale Scuola Digitale): un ambizioso progetto che ha previsto lo stanziamento di oltre 220 milioni fino al 2020. Ormai quattro anni fa, il MIUR (Ministero per l’Istruzione, l’Università e la Ricerca), ha quindi pensato a questo piano per portare la rivoluzione digitale nella scuola italiana, da un punto di vista sia metodologico che culturale.
In base a questo programma è pertanto lecito chiedersi a che punto siamo, cosa è stato fatto finora per l’uso e la diffusione dell’e-learning e come si potrebbero sfruttare al meglio queste potenzialità per creare una vera e propria scuola digitale.
Gli obiettivi del PNSD
Gli elementi fondamentali della strategia di attuazione del PNSD ideata nel 2015 sono i seguenti:- l’accesso alla rete;
- la creazione di ambienti digitali innovativi;
- la costruzione di un’identità digitale per ogni studente e ogni docente;
- la promozione dell’alfabetizzazione informatica;
- la produzione e condivisione di contenuti digitali;
- la formazione dei docenti e del personale scolastico.
Cosa c’è da fare ancora?
In base a quanto visto, i punti critici per i quali si fa davvero fatica a realizzare i cardini della strategia di digitalizzazione della scuola sono numerosi. I principali riguardano:- l’insufficienza della connessione ad internet a banda larga;
- la mancanza di ambienti e strumenti digitali per l’apprendimento;
- la netta carenza di formazione ai docenti.