Musa Formazione

Le 8 bugie più comuni sulla formazione professionale

PUBBLICATO IL: 07/05/2019   DA: Musa Formazione

In questo articolo analizziamo i diversi dati raccolti sul web che smentiscono alcune delle falsità più comuni del settore. Vediamo insieme quali sono.

1) L’e-learning non è una metodologia riconosciuta

Nello specifico l’e-learning è esclusivamente un metodo di erogazione e di distribuzione dei corsi. Ciò su cui bisogna realmente soffermarsi riguarda l’accreditamento ufficiale del fornitore del corso. Nel caso in cui questo sia presente, ciascun utente deve sapere che:

  • l’88% dei dipendenti afferma che l’e-learning è più efficace rispetto all’apprendimento d’aula;
  • le aziende che offrono strumenti di apprendimento online ai propri lavoratori hanno registrato un aumento della produttività del 50%;
  • la formazione elettronica può generare il 26% in più di fatturato per ogni impiegato.

2) La formazione non può essere digitale

L’attuale forza lavoro è sempre più esperta di tecnologia, anche grazie al fattore generazionale. È naturale, perciò, che l’educazione professionale diventi più moderna e digitalizzata, considerando anche che entro il 2025 i millennial costituiranno il 75% della forza lavoro.

Infatti, delle indagini hanno provato che:

  • l’87% dei millennials sceglierebbe di lavorare per un’organizzazione che ha investe sul digitale rispetto ad una che non lo fa;
  • il 67% delle persone utilizza dispositivi mobili per formarsi.

3) I corsi sono eccessivamente teorici

Questa risulta un vera e propria leggenda metropolitana, in quanto non vi è nulla di più pratico e coinvolgente dei contenuti che vengono offerti in e-learning. Difatti, le aziende possono usufruire di strumenti e metodologie concrete, che rendono il training meno noioso e basato su un approccio decisamente più pragmatico. Questo è possibile tramite le tecniche di:

  • gamification;
  • realtà virtuale (VR);
  • giochi di ruolo;
  • simulazioni pratiche.

4) Solo le grandi aziende offrono formazione interna

Quella appena citata è un’altra enorme falsità che gira all’interno del settore. Al contrario, secondo gli studi del colosso bancario Goldman Sachs, l’88% delle piccole imprese globali garantisce attività di formazione a quasi tutti i propri dipendenti.

Infatti, da un punto di vista pratico l’e-learning evita alle piccole imprese di far perdere agli impiegati troppo tempo lontano dall’ufficio.

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5) Il training aziendale è solo un costo

Il turnover dei lavoratori è un problema diffuso ovunque. Per limitarlo è bene avvalorare il dato secondo cui il 76% dei millennials ritiene che le opportunità di sviluppo professionale siano uno degli elementi più importanti della cultura aziendale. Per questo motivo un numero crescente di aziende sta iniziando ad investire maggiormente nella preparazione delle risorse.

I seguenti dati – che provengono dai lavoratori oltreoceano – supportano la loro scelta.

  • Le aziende che annualmente investono in formazione 1500 dollari o più per ciascun dipendente, raggiungono margini di profitto mediamente superiori del 24% nei confronti delle società con investimenti inferiori.
  • Il 76% dei dipendenti aggiorna le proprie competenze fuori dalla propria sede, attraverso seminari, conferenze e corsi specifici.
  • Il 36% dei datori di lavoro paga per tutte le spese del training.

6) Conseguire una certificazione non aiuta a trovare lavoro

I datori di lavoro sono costantemente alla ricerca di persone con un curriculum che si addica alle competenze richieste.

Per questa ragione le risorse umane ricercano candidati che abbiano seguito corsi dedicati e ottenuto certificazioni sugli argomenti precisi, i quali consentono di acquisire determinate abilità secondo uno standard definito.

Varie statistiche hanno pertanto dimostrato come le persone con certificazioni IT tendono ad essere assunte e ad ottenere risultati migliori rispetto agli individui che non le posseggono.

7) Lo sviluppo professionale non è una priorità

La maggior parte dei trainer è d’accordo sul fatto che i dipendenti in continua formazione siano i migliori.

Le numerose indicazioni raccolte hanno infatti attestato questi valori riguardo le aziende che offrono un training completo:

  • garantiscono un reddito del 218% in più per impiegato rispetto a quelle con un training parziale;
  • godono di un margine di profitto maggiore del 23% nei confronti degli enti che spendono meno nella formazione;
  • generano rendimenti azionari superiori del 6% in più della media.

8) Il micro learning non serve alla formazione a lungo termine

Come già visto nei precedenti articoli di questo blog il micro learning è particolarmente utile per contrastare la frenesia e il calo d’attenzione che caratterizza la nostra epoca. Brevi contenuti prettamente video che risultano facilmente digeribili per gli utenti più impegnati. Nonostante questi spezzoni non potranno mai realmente sostituire la formazione di lunga durata, essi occupano comunque un ruolo prezioso nel training aziendale odierno e sono sicuramente al passo con il mondo in rapida digitalizzazione. Difatti:

  • sono scelti da 8 professionisti su 10 perché sono i preferiti dagli studenti;
  • prevedono un risparmio di tempo di realizzazione che va dal dal 300% al 50% in meno rispetto ai corsi tradizionali;
  • le informazioni vengono conservate del 20% in più rispetto agli strumenti classici.

A fronte di quanto esaminato risulta evidente come la formazione professionale basata sull’e-learning sia utile, ricca di vantaggi e sicuramente in netto sviluppo rispetto al passato. Nonostante le falsità e gli screditi, è bene, dunque, stimolare e incentivare questa metodologia di educazione aziendale anche attraverso degli investimenti più numerosi e maggiormente mirati.

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