Uno dei fattori di cui bisogna tenere conto quando si sceglie il corso universitario a cui iscriversi riguarda le possibilità lavorative che quel titolo di studio offre.
Questo elemento, tuttavia, non è mai realmente e precisamente calcolabile, a causa della rapida evoluzione del mercato, del campanilismo degli atenei e della scarsa conoscenza che hanno in molti tra coloro i quali esprimono opinioni a riguardo.
Perciò, noi di Musa Formazione abbiamo cercato di esprimere un quadro più preciso a riguardo basandoci su una classifica stilata da AlmaLaurea, ricavata da interviste condotte su un campione di poco meno di 200mila laureati ad un anno dalla laurea.
Professioni sanitarie
Tra le lauree con un miglior tasso occupazionale è indubbiamente presente Professioni sanitarie della riabilitazione, titolo che racchiude Fisioterapia e i suoi vari indirizzi specializzanti. In questo caso il 78,7% dei laureati trova un impiego a un anno dal conseguimento del titolo di studio. Molto bene comunque vanno anche Infermieristica e Ostetricia.
I risultati però sono ottimi anche quando si decide di continuare gli studi e arrivare alla laurea magistrale. Infatti, Scienze delle professioni sanitarie della prevenzione e Scienze infermieristiche e ostetriche portano a un’occupazione rispettivamente il 97,1 e il 95% dei loro laureati. Risultati eccellenti sono però ottenuti anche da Scienze riabilitative delle professioni sanitarie (92,9%). Sulla stessa linea Scienze delle professioni sanitarie tecniche (89,5%) e Scienze e tecniche delle attività motorie preventive e adattate (74,3%).
Ingegneria
Un altro ramo che sembra garantire un’occupazione certa ai propri laureati è quello di Ingegneria. Un corso impegnativo sia per la sua durata, sia per la selezione che viene effettuata al suo interno, ma che allo stesso tempo fornisce ottime prospettive.
A livello di laurea specialistica sono molti i corsi – sia generici che maggiormente settoriali – che appartengono a questo campo e che portano ad ottenere risultati eccellenti.
Nelle prime posizioni della classifica assoluta troviamo infatti Ingegneria informatica, col 93,3% dei laureati che ad un anno dalla proclamazione ha già un lavoro. Seguono Ingegneria dell’automazione (93,1%), Ingegneria navale (92,9%), Ingegneria meccanica (91,2%) e Ingegneria delle telecomunicazioni (90,7%). Subito dietro, Scienza e ingegneria dei materiali (89,8%) e Ingegneria elettronica (89,3%). Poco oltre, Ingegneria aerospaziale e astronautica (87,3%) e Ingegneria chimica (87,2%). Chiudono la lista dei migliori Ingegneria elettrica (86,2%), Ingegneria gestionale (86,1%), Ingegneria energetica e nucleare (85,7%) e Ingegneria della sicurezza (85,0%).
Informatica
Se è vero che le professioni sanitarie e l’ingegneria sembrano dominare le classifiche occupazionali, è anche vero che c’è un terzo settore che, ormai da un paio di decenni, garantisce ai suoi laureati di trovare un lavoro abbastanza presto: quello dell’informatica. Già nella laurea triennale, infatti, al secondo posto assoluto è presente Scienze e tecnologie informatiche. Questo corso porta il 64% dei laureati a trovare un impiego a un anno dalla proclamazione. Ancora meglio vanno poi, ovviamente, i titoli di studio che ai primi tre anni aggiungono i due della Magistrale.
Informatica è, ad esempio, il quinto corso in assoluto per capacità occupazionale, col 93,3% dei laureati che ha un lavoro dopo 12 mesi dalla laurea. Molto bene va però anche la già citata Ingegneria informatica (93,3%). Risultano invece più staccate Tecniche e metodi per la società dell’informazione (legata a internet e alle reti informatiche, col 70,6%) e Teorie e metodologie dell’e-learning e della media education. Quest’ultima, più virata sull’aspetto educativo, arriva al 63,4%.
Matematica, Fisica e Statistica
Questi campi di studio sembrano essere davvero molto apprezzati dalle aziende.
La laurea che ha in assoluto i maggiori sbocchi occupazionali risulta essere “Modellistica matematico-fisica per l’ingegneria”, che ha davvero pochi studenti ma raggiunge il ragguardevole traguardo del 100% di laureati impiegati a un anno dalla fine degli studi.
Molto bene comunque vanno anche Scienze statistiche (88,5%) e Fisica (85,9%). Poco dietro, Scienze statistiche attuariali e finanziarie (81,4%), Scienze dell’Universo (81%) e Matematica (80,3%).
Nel campo biologico-chimico, infine, raccolgono buone percentuali Scienze e tecnologie della chimica industriale (86,6%), Scienze chimiche (78,1%), Scienze e tecnologie alimentari (75,3%). Un po’ indietro, invece, Scienze e tecnologie forestali ed ambientali (71,1%). Chiudono l’elenco Scienze e tecnologie agrarie (70,5%) e Biotecnologie agrarie (69,1%).
Corsi con un’occupazione superiore al 60%
Infine, sono presenti quei corsi di laurea che non sono leader della graduatoria e che non rientrano nei settori già descritti ma che comunque garantiscono dei risultati apprezzabili da un punto di vista occupazionale.
PRIMO LIVELLO:
- Scienze dei servizi giuridici (63,5%);
- Scienze delle attività motorie e sportive (61,1%)
MAGISTRALI:
- Scienze della difesa e della sicurezza (98%),
- Scienze e tecnologie della navigazione (85,7%)
- Scienze e tecniche dello sport (78,9%)
- Scienze della comunicazione pubblica, d’impresa e pubblicità (77,7%)
CICLO UNICO:
- Farmacia e farmacia industriale (68,8%)
- Odontoiatria e protesi dentaria (61,5%)
- Medicina veterinaria (57,5%)
- Architettura e ingegneria edile-architettura (56,6%)
- Conservazione e restauro dei beni culturali (53,7%)
LAUREE UMANISTICHE:
- Archivistica e biblioteconomia (74,7%)
- Traduzione specialistica e interpretariato (74,7%)
- Lingue moderne per la comunicazione e la cooperazione internazionale (70,9%)
- Linguistica (68,5%)
- Studi europei (68,1%)
- Teorie della comunicazione (67,3%)
- Psicologia (66%)
- Scienze della politica (65,2%)
- Lingue e letterature dell’Africa e dell’Asia (64,9%)
- Antropologia culturale ed etnologia (64,7%)
RAMO EDUCATIVO:
- Scienze della formazione primaria (85,3%)
- Programmazione e gestione dei servizi educativi (81,4%)
- Scienze dell’educazione degli adulti e della formazione continua (72,5%)
- Scienze pedagogiche (72,2%)
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