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Naspi 2021 anche per ATA e docenti precari: come fare la domanda e requisiti

PUBBLICATO IL: 06/07/2021   DA: Musa Formazione

In questo periodo di pandemia, in cui le difficoltà economiche sono state molteplici in tutti i campi, sono ancora in tanti a dover fare domanda per la Naspi. Quest’ultima è un’indennità che viene riservata a chi ha perso il proprio lavoro in maniera involontaria.

Nel corso del periodo della pandemia, la Naspi ha rappresentato un vero e proprio supporto per molte famiglie, ma nel tempo anche tante regole sono state modificate. Ecco che cosa c’è da sapere per la richiesta dedicata anche agli ATA e docenti precari con contratto a un anno o meno.

Naspi 2021: i requisiti richiesti

Infatti, come detto, delle modifiche sostanziali sono state introdotte dal Decreto Sostegni Bis. Anche le regole di calcolo hanno subito dei drastici cambiamenti, così come il numero delle giornate di lavoro necessarie. In ogni caso, bisogna tenere a mente che questi cambiamenti sono soltanto provvisori, a causa dell’emergenza pandemia.

Un’altra cosa da considerare è che, al momento, non esistono alternative alla Naspi, che viene erogata dall’Inps per tutti coloro che hanno perso il lavoro involontariamente.

Nel marzo 2015 infatti vennero abolite Aspi e Mini-Aspi, che all’epoca rappresentavano un’alternativa. Ad oggi, dunque, l’unica possibilità è richiedere la Naspi. Però, esistono dei requisiti specifici che bisogna rispettare per ottenere l’indennità. 

Il primo requisito fondamentale è quello di trovarsi in uno stato di disoccupazione senza aver perso volontariamente il lavoro.

Di conseguenza, non è prevista l’indennità per coloro che hanno rassegnato le dimissioni. Inoltre, è necessario che si siano svolte almeno 13 settimane di lavoro nei 4 anni precedenti all’ultimo giorno lavorativo, prima della perdita dell’impiego.

Infine, nei 12 mesi precedenti, bisogna aver svolto invece 30 giorni di lavoro.

Contestualmente alla richiesta per la Naspi, inoltre, il richiedente deve rilasciare la DID, ossia la Dichiarazione di immediata disponibilità.

Sicuramente questo però non rappresenta un ostacolo, in quanto basta avanzare la richiesta e poi presentarsi al Centro per l’Impiego entro 15 giorni per poter poi sottoscrivere il patto di servizio.

Un altro aspetto da considerare è che per poter ritenere completo il requisito delle 13 settimane di lavoro, vanno bene anche i contributi previdenziali e quelli figurativi, accreditati per esempio per maternità obbligatoria.

Vengono calcolate anche le settimane di congedo parentale o di lavoro prestato all’estero, oppure le giornate di assenza legate alla malattia del figlio fino agli 8 anni. Per quanto riguarda invece i 30 giorni lavorativi, che rappresentano il terzo requisito, se non sono semplici da calcolare si fa semplicemente riferimento alle 5 settimane di lavoro.

Queste 5 settimane possono essere, in via eccezionale, calcolate anche nei 12 mesi precedenti alla perdita del lavoro, ma solo in caso ci sia stato un infortunio, un periodo di cassa integrazione, di maternità o congedo, attività relative ai contratti di solidarietà oppure periodi di aspettativa come quelli che si richiedono per coprire cariche pubbliche.

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Naspi 2021: le novità e come fare domanda

Prima di richiedere la Naspi, tra le altre cose, bisogna sapere che tale indennità ha una durata massima pari alla metà delle settimane in cui abbiamo lavorato negli ultimi 4 anni.

Questo significa che la durata massima della Naspi, in linea generale, è di 24 mesi. Per quanto concerne invece l’importo, ogni anno l’Inps segna un limite massimo assegnabili, che naturalmente ogni anno è soggetto a cambiamenti.

In ogni caso, l’importo massimo è pari al 75% della retribuzione media mensile. Una volta appurato che tutti questi sono i requisiti di base e gli aspetti fondamentali della Naspi, bisogna conoscere anche le novità introdotte durante il periodo dell’emergenza sanitaria. Innanzitutto, i due decreti Sostegni hanno eliminato la decurtazione del 3% fino al 31 dicembre 2021.

Inoltre, e questa è una cosa molto importante, il requisito di aver lavorato 30 giorni nei 12 mesi precedenti non è più – temporaneamente – necessario. Anche le domande respinte nel periodo emergenziale saranno riesaminate d’ufficio.

Per quanto riguarda invece la domanda stessa, il lavoratore deve conoscere alcune fondamentali regole. Bisogna infatti inviare la domanda all’Istituto Previdenziale entro e non oltre 68 giorni dalla data in cui si è perso il lavoro. Una volta che tale periodo è trascorso, si perde il diritto di ottenere l’indennità e dunque non è più possibile fare domanda. Se si presenta invece la domanda entro l’ottavo giorno dalla perdita del lavoro, l’indennità scatta proprio dal giorno numero 8.

Per quanto invece concerne le modalità di presentazione della domanda, questa deve essere prodotta per via telematica attraverso il sito dell’Inps, entrando nella propria area riservata. Nella area My Inps è possibile avere accesso attraverso l’identità digitale, come Spid, Carta nazione dei servizi o Carta d’identità elettronica.

Se non siamo in possesso di queste credenziali, dobbiamo rivolgerci prima ad un Sindacato o al CAF prestando però attenzione a rispettare sempre i 68 giorni del limite massimo. Seguendo e rispettando i requisiti, sarà possibile ottenere l’indennità di disoccupazione.

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