Al giorno d’oggi, tutti conoscono la parola “ransomware”: la si trova su giornali, riviste, report di sicurezza informatica, praticamente ovunque e con allarmante regolarità. Avremmo potuto indicare il 2016 come l’anno dei ransomware, ma si è rivelato essere nulla in confronto al 2017. Dopo un 2018 e un 2019 relativamente tranquilli, nel 2020 i ransomware sono tornati a fare notizia.
In questa situazione il consiglio più diffuso è semplicemente quello di eseguire il backup di tutti i dati.
Ma questo basta? Non proprio.
Vediamo perché.