La situazione d’emergenza creata dal Coronavirus (COVID-19) ha spinto molte aziende a chiedere ai propri dipendenti di lavorare da casa in modalità smart working. Questa misura è stata adottata anche da noi di Musa Formazione, come abbiamo già visto in questo articolo.
Da diverse settimane a questa parte sentiamo quindi parlare spesso di questa nuova metodologia professionale.
Ma in cosa consiste nello specifico? Cosa prevedono le normative in merito? Quali sono i suoi benefici?
In questo spazio abbiamo dato risposta a questi importanti interrogativi.
Cos’è il “lavoro agile”?
Può essere considerato come una nuova filosofia manageriale fondata sulla restituzione ai dipendenti di flessibilità e autonomia nella scelta degli spazi, degli orari e degli strumenti volti ad attribuire maggiore importanza ai risultati.
Nello specifico, secondo il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali, «lo Smart Working (o Lavoro Agile) è una modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato caratterizzato dall’assenza di vincoli orari o spaziali, stabilita mediante accordo tra dipendente e datore di lavoro; una modalità che aiuta il lavoratore a conciliare i tempi di vita e lavoro e, al contempo, favorire la crescita della sua produttività».
In concreto, è un vero e proprio ripensamento dell’attività lavorativa in modo “intelligente”, virtuale, personalizzato e flessibile che tende a valorizzare i singoli.
La normativa
Le disposizioni della Legge n. 81 del 22 maggio 2017, relative alle “Misure per la tutela del lavoro autonomo non imprenditoriale e misure volte a favorire l’articolazione flessibile nei tempi e nei luoghi del lavoro subordinato”, promuovono il lavoro agile quale “modalità di esecuzione del rapporto di lavoro subordinato stabilita mediante accordo tra le parti, anche con forme di organizzazione per fasi, cicli e obiettivi e senza precisi vincoli di orario o di luogo di lavoro, con il possibile utilizzo di strumenti tecnologici per lo svolgimento dell’attività lavorativa”. Inoltre, secondo la normativa la prestazione lavorativa “viene eseguita, in parte all’interno di locali aziendali e in parte all’esterno senza una postazione fissa, entro i soli limiti di durata massima dell’orario di lavoro giornaliero e settimanale, derivanti dalla legge e dalla contrattazione collettiva”.
A fronte di questa legge il lavoratore in Smart Working ha la possibilità di lavorare anche al di fuori del proprio ufficio di appartenenza e con limiti orari inferiori rispetto al solito ma, allo stesso tempo, possiede anche la responsabilità di organizzarsi in modo da assicurare il rispetto dei tempi massimi e la tutela della salute e della sicurezza nel luogo di lavoro scelto.
Una grande opportunità
In questo momento storico, il lavoro agile è per l’Italia una reazione necessaria ed inevitabile ad un contesto di grande emergenza, ma si tratta sicuramente anche dell’adozione di una strategia che, nel nostro Paese, è iniziata a diffondersi soltanto nell’ultimo decennio, nettamente in ritardo rispetto ad altri Stati europei del nostro livello.
Difatti, la tecnologia e il digitale hanno portato sempre di più l’impiegato moderno a confrontarsi con l’intangibile: in quanto ciascun lavoratore si occupa principalmente di dati e di informazioni che possono essere gestiti in qualsiasi ambiente e tempo. Per tale ragione, questa tipologia di lavoro – laddove è stata applicata già prima del Coronavirus – ha già generato grandi benefici. Ciascuna organizzazione dovrebbe quindi formare preventivamente i propri dipendenti allo Smart Working, indipendentemente dalla preoccupazione e dalla necessità imminente di non fermare il mondo del lavoro e dell’economia.
Pertanto, risulta indispensabile fare tesoro di questa esperienza e sfruttare l’occasione per rivolgere lo sguardo oltre il presente e puntarlo verso ciò che si delinea nel futuro.
Allo stesso modo, oggi, l’e-learning supporta la formazione aziendale che, oltre ai suoi ben conosciuti vantaggi, si configura come soluzione vincente all’obbligo di evitare i luoghi affollati e pericolosi per la salute di ognuno.
Dal canto nostro ci auguriamo che il percorso di valorizzazione del lavoro agile sia solo iniziato ed abbia un prospero futuro.
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Alla prossima!